giovedì 31 agosto 2017

Maison La roche/Jeanneret - La modernità prima della modernità


Le Corbusier è senza alcun dubbio l’Architetto moderno per antonomasia. La casa di cui vi parliamo in questo post è una delle sue opere più rappresentative e famose perché incanta nella sua essenza i dettami del movimento moderno dell'architettura del '900: è la Maison La Roche, unita e alla Maison Jeanneret, di fatto oggi sede della Fondation Le Corbusier a Parigi.
Costruite tra il 1923 e il 1925 queste due case sono due abitazioni contigue create rispettivamente una per il fratello di Le Corbusier, Pierre Jeanneret e la sua famiglia e l’altra per Raoul La Roche, economista, e collezionista d’arte moderna.
Raoul e Le Corbusier si conoscono a Parigi nel 1918 e la loro amicizia nasce dalla stima e dall’interesse che il primo nutre e dimostra al giovane Le Corbusier; La Roche possiede un' eccezionale collezione di opere d’arte che spaziano da Picasso a Braque, a Lèger, Gris, Lipchitz e anche  lo stesso Jeanneret. E proprio a lui, e al cugino Pierre, l'economista infine decide di commissionare una casa/galleria.

Gli edifici sono ubicati all’interno di un stretto lotto all’interno del quale si sviluppa lo Square du Docteur Blanche. L’accesso alle maisons è quas ”confidenziale”: non c'è niente che dalla strada principale, lasci presagire lo sviluppo interno delle costruzioni. Varcato il cancello, si percorre una strada ombreggiata in leggera pendenza che ci accompagna verso il fondo della costruzione. Già a metà del breve percorso si viene colpiti da un volume sospeso, bianco e in netto contrasto con le costruzioni vicine: è la Maison La Roche. Pochi passi ancora e si scopre un secondo volume,sulla destra, ancora più candido, semplice ed ordinato da lunghe finestre orizzontali: La Maison Jeanneret.
Si può decidere di iniziare la visita proprio varcando il cancello bianco ed entrando nel piccolo giardino. Sopra  il giardino si sviluppa il volume della galleria d’arte concepita da Le Corbusier per ospitare la collezione d?arte di La Roche. Lo spazio esterno, piuttosto spartano e quasi modesto, permette però di apprezzare totalmente la qualità plastica della costruzione e lo svilupparsi concatenato ed armonioso degli ambienti interni.
All'ingresso della casa che è possibile visitare perché aperta al pubblico sarà necessario di indossare dei copri scarpe per evitare di danneggiare i pavimenti originali . Potrete cominciare la vostra “promenade la hall a tripla altezza è il fulcro indiscutibile della composizione architettonica e la prima cosa che vi colpirà è la luce: la hall è priva di aperture dirette verso l’esterno e vive del chiarore proveniente dagli ambienti che la circondano.


Le pareti sono monocrome, tinteggiate ocra pallido, un colore che è riemerso dopo i restauri del 2009. L’uso del colore è uno degli ingredienti fondamentali della architettura lecorbuseriana ed in particolare in questa casa è concepito come il legame tra i suoi due universi: l’architettura e la pittura. Gli interni della Maison La Roche sono trattati in maniera duplice: alla monocromia della hall e della sala da pranzo è contrapposta la policromia della galleria, della biblioteca e degli spazi di servizio che completano il piano terra. Il colore della hall appare come una sorta di matrice a partire dalla quale la policromia può esprimere tutto il suo potenziale.


La famosa rampa che taglia l'ambiente centrale permette di accedere al piano più alto della casa il mezzanino che ospita la biblioteca: spazio privato per eccellenza da dove è possibile dominare con lo sguardo gli altri ambienti e vero rifugio dove non è possibile essere visti.
Percorrendo la passerella al piano primo si raggiungono un piccolo office e la sala da pranzo da cui si accede al tetto terrazza. Questo spazio all’aperto, che si ricongiunge a quello di Maison Jeanneret, denota una duplice preoccupazione moderna al tempo ed ancora oggi attualissima: da un lato quella di soddisfare l’aspetto per così dire  naturale al quale si rinuncia difficilmente anche nei centri cittadini, dall’altro quello di soddisfare un aspetto tecnico, quello relativo all’isolamento termico della struttura dei solai in cemento armato.
Ancora oggi, quello che sorprende di questa incredibile corruzione è senza dubbio il messaggio moderno e minimalista che farebbe pensare all'architettura elvetica o a una moderna lottizzazione industriale, certamente non ad una casa concepita nei primi anni del '900. Per questo suo simbolismo e per quello che ha rappresentato per l'architettura dello scorso secolo questa è senza dubbio una pietra miliare della storia delle costruzioni e del design.


venerdì 4 agosto 2017

Maison Bubble - La casa fatta di bolle della Costa Azzurra





La Maison Bubble si trova a Theoule sur Mer, in Costa Azzurra, fra il massiccio dell'Estere e le acque cristalline del golfo di Cannes. Appartiene alla famiglia dello stilista Pierre Cardin ed è stata progettata dall'architetto Antti Lovag (1020-2014). Si estende su una superficie di oltre 1.200 mq, incluse 10 suite decorate da diversi artisti, una reception, un auditorium e un giardino di oltre 8.500 mq. Iniziata nel 1975, non è mai stata terminata.


Nessuno potrà negare che il primo pensiero guardando questa casa vada alla casa dei Barbapapà è chi lo sa se davvero i famosi cartoni   non ispirarono in parte l'architetto al tempo per ideare quello che poi sarebbe diventato un monumento storico francese. 
All'interno della Bubble House non ci sono angoli ma solo muri tondeggianti, oblò orientabili, corridoi sinuosi, ampie scale a chiocciola, grandi finestre oblò che si affacciano su giardini interni e piscine naturali. L'arredamento curvilineo è essenziale: Antti Lovag ha progettato e costruito anche camini, tavoli e letti, tutti orientabili e privi di piedi.






È una casa senza spigoli e senza linee rette, costituita interamente da superfici curve e composta da un insieme di sfere antisismiche autoportanti. Gli ambienti e quindi "le sfere" sono interamente affiancate e sovrapposte fra loro tanto da dare l'impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di ispirato alla scienza e alla biologia, a un qualcosa di vivo, una forma primordiale in continuo divenire. 

La costruzione rappresenta l'essenza stessa delle idee costruttive del suo ideatore per cui "l'uomo, per ragioni prettamente economiche, si trova a vivere circondato da cubi e angoli che sono  inesistenti in natura e che rappresentano un'aggressione contro l'uomo e l'ambiente, impedendo il libero movimento e interrompendo l'armonia"; da questa idea nasce l'interesse dell'architetto per le forme sferiche e per l'autocostruzione in armonia con il paesaggio ovvero l'adattare lo spazio di costruzione alla morfologia dell'essere umano. La casa diventa quindi un involucro per l'uomo in grado di rispondere alle sue esigenze, in cui l'estetica e la facciata esterna rappresentano una conseguenza dell'organizzazione interna, che deve rispondere alle esigenze dell'individuo e migliorarne il benessere. 



Pur non avendo mai ottenuto le autorizzazioni richieste per la sua costruzione, la Maison Bubble è stata riconosciuta come "patrimonio dei monumenti storici" dal Ministero della Cultura Francese.